Storia

Ivrea, 20 Aprile 1969

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(da sinistra) In piedi: Mario Moliterno, Onelio Mattioli, Antonio Crema, Giovanni Puglisi, Fausto Garavaldi, Albino Signorelli, Luciano Canei, Vittorio Malvezzi, Giancarlo Bizzocchi, Pietro Ferrari, Giovanni Fontanesi, Antonio Casoli, Silvano Menozzi, Ernesto Calvi di Coenzo, Francesco Trapani(direttore).
Accosciati: Pier Paolo Villa, Ettore Cobianchi, Giancarlo Guidetti, Mario Azzali, Armando Forenzi, Giuliano Bondavalli, Franco Poli.

Storia del coro e caratteri della sua identità

  1. La preistoria (dagli anni ’50 al 1963)

L’inizio ufficiale del Coro Monte Cusna è fatto risalire, solitamente, al momento della scelta del nome, quello attuale, che avviene nella primavera 1963. E da questa data si contano, oggi, gli anni della sua storia. Ma il vero inizio avviene qualche anno prima, quando, nella seconda metà degli anni ’50 del Novecento, un gruppo di ragazzi della parrocchia della Cattedrale, in centro città, si ritrova per le gite del Cai e si diverte a cantare i canti della montagna, quelli che la tradizione ha consegnato ormai da tempo agli amanti delle arrampicate e ai tanti appassionati di questo genere di canto e che i dischi del Coro della Sat di Trento già da tempo diffondono e insegnano. Si forma così un gruppo di giovani che, prima ad orecchio, poi studiando gli spartiti, impara qualche canto del repertorio Sat, sotto la guida di uno di loro, Mario Tedeschi, che frequenta l’Istituto Musicale “Achille Peri”. La passione e la qualità dei risultati spingono il gruppo alla prima esibizione, quasi un vero debutto, a Civago (RE), il 21 settembre 1958, in occasione della VII Festa regionale della montagna.

Poi il legame con il Cai di Reggio si intensifica: il Coro trova la sua sede naturale non più in parrocchia ma presso la sede del Club Alpino ed assume il nome, ancora provvisorio, di Coro del Cai di Reggio Emilia, con tanto di distintivo. Quando poi il Cai organizza, nel ridotto del Teatro Municipale di Reggio (il futuro Teatro Valli), una conferenza del grande alpinista Walter Bonatti, il Coro si esibisce con alcuni canti del suo repertorio (16 novembre 1961). È il primo importante successo in città.

Intanto si pensa ad assumere una vita autonoma rispetto al Cai, come coro di canto popolare e di montagna con una propria storia. E con un nuovo nome, che dalla primavera 1963 sarà Coro Monte Cusna, e una nuova sede, nel piano interrato del Teatro Municipale. Con il nuovo nome, e un nuovo distintivo, il Coro si esibisce il 12 maggio 1963 sul piazzale dell’Eremo di Bismantova, a Castelnovo Monti (RE). è la data di nascita ufficiale. Presidente del Coro è Gino Bettelli, animatore del gruppo fin dai primi inizi, maestro è Mario Tedeschi, aiutato e talora avvicendato da Ernesto Calvi.

  1. Gli inizi (1963 – 1974). Franco Trapani

Poche settimane dopo, il 6 giugno 1963, il Coro si esibisce ancora nella Sala degli Specchi del Teatro Municipale, a Reggio, stavolta con il nome definitivo, in occasione di una conferenza dello scalatore Cesare Maestri. Dieci giorni dopo, il 16 giugno 1963, il Coro, diretto da Mario Tedeschi, partecipa al X Festival di Mossale (PR), conseguendo il primo posto assoluto; successo bissato l’anno dopo, il 21 giugno 1964, sotto la direzione di Ernesto Calvi, nell’XI Festival di Mossale.

Nel frattempo due eventi mutano in parte la fisionomia del Coro: le dimissioni di Tedeschi (aprile 1964) e l’ingresso di un gruppo di giovani di Scandiano (novembre 1964), fra cui Franco Trapani, buon conoscitore di musica e canto corale. D’accordo con Calvi, nel novembre 1966 il Coro affida la direzione a Trapani, che già aveva guidato a Scandiano, negli anni precedenti, un coro di canti di montagna, il Coro Blu, poi chiamato Coro Valsugana.

Il Coro ha così una guida sicura e un futuro assicurato. Non mancano nuove soddisfazioni, come testimoniano il 4° posto al Concorso nazionale di Ivrea (TO), il 4 maggio 1967, e il 1° posto al Festival dell’Appennino Reggiano, a Toano (RE), il 7 settembre 1969.

Intanto, dalla seconda metà degli anni ’60, nella storia del canto popolare italiano, accanto al Coro della Sat di Trento nascono e si affermano nuove realtà e nuove sensibilità musicali, quelle espresse soprattutto dal Coro Monte Cesen di Valdobbiadene (TV) diretto da Paolo Bon, dal Coro Tre Pini di Padova diretto da Gianni Malatesta e dal Coro I Crodaioli di Arzignano (VI) diretto da Bepi De Marzi. Sono molti i cori che seguono queste nuove strade. Ne risente anche il repertorio del Coro Monte Cusna, con l’inserimento di canti che si discostano dalla sensibilità satina, non senza qualche contrasto. Intanto la direzione musicale non è più stabile: Trapani trova lavoro a Piombino e non sempre riesce a garantire la sua presenza; anche Ernesto Calvi, che dirige il Coro quando il maestro titolare è assente, si trasferisce a Milano per lavoro… A questo si aggiunge lo sfratto dalla sede presso il Teatro Municipale, che obbliga il Coro ad un periodo di peregrinazioni da una sede all’altra. Le tre difficoltà – i contrasti sul repertorio, la precarietà della direzione e la mancanza di una sede stabile – portano il Coro sull’orlo del collasso. Nell’estate 1974 si verificano altre defezioni, tanto che il gruppo si riduce a una quindicina di coristi. Troppo pochi per proseguire. Franco Trapani, rientrato stabilmente a Reggio, si dimette da maestro e resta come semplice corista. Il Coro sembra giunto al capolinea.

  1. Gli anni della consapevolezza (1974 – 2008). Giancarlo Guidetti

            3.1. Prima fase: il ricambio e la svolta (1974 – 1984)

Ma nessuno ha voglia di smettere. È a questo punto che Giancarlo Guidetti, medico di professione e corista per passione, si dichiara disponibile a dirigere il gruppo rimasto. È vero che non ha le opportune conoscenze musicali, ma è spinto da una passione viscerale per il canto popolare e di montagna e da un amore esclusivo per il repertorio del Coro della Sat. Con molta umiltà, ma con altrettanta determinazione, Guidetti si propone due ambiziosi obiettivi: da una parte rendere definitiva la scelta circa il repertorio, quella appunto della tradizione “satina”, ormai pienamente condivisa dai coristi; dall’altra infondere al coro una precisione e compattezza esecutiva che consenta di proporre i canti con piena serietà musicale e con apprezzata vivacità espressiva.

La dedizione di Guidetti al Coro è totale. Con un impegno maniacale si propone di acquisire, da autodidatta, le competenze musicali di base, aiutato in questo dalla frequentazione di alcuni direttori di Cori amici, in particolare Silvio Pedrotti, lo storico maestro del Coro della Sat di Trento, e Mauro Camisa, direttore del Coro Cai di Bologna. Riprende l’entusiasmo, ritornano alcuni coristi usciti, ne entrano di nuovi… Il coro diventa così, nelle sue mani, un vero e proprio laboratorio vocale e un complesso strumento di esperimenti sempre più impegnativi, in vista di un’interpretazione che risponda contemporaneamente all’anima popolare dei testi proposti e alla preziosità delle elaborazioni musicali. Intanto, diventa presidente del Coro Fausto Garavaldi. Insomma, la storia prosegue.

Tuttavia i primi dieci anni sono anche di fatica e di sofferenza: anche se il cambio di direzione e di impostazione corale comincia a far sentire i suoi effetti, tuttavia i risultati non sono ancora quelli sperati, anche perché non tutti i nuovi coristi sembrano all’altezza della nuova impostazione e dei nuovi obiettivi.

Si arriva così al 1984, l’anno della svolta per alcune vicende decisive. La prima. Nei mesi iniziali dell’anno Guidetti prende una decisione dolorosa: in vista di un concreto salto di qualità si rende necessario rinunciare all’apporto di alcuni coristi le cui voci non si  amalgamano con quelle dei rispettivi reparti. Dopodichè si pensa che sia necessario un lungo periodo di aggiustamento prima di recuperare la qualità per nuove esibizioni: alcuni reparti sono in deficit di organico, occorre l’ingresso di nuove voci, il tempo per inserirle, amalgamarle…

Invece – ed ecco il secondo evento – la partecipazione, in sé un po’ avventata, al Concorso nazionale di Genova (8 aprile 1984) porta il Coro ad un primo posto inatteso e clamoroso, conseguito con esecuzioni precise, spigliate, robuste, ritmicamente coinvolgenti (e con vivo compiacimento della giuria).

Terza vicenda. A distanza di pochi mesi da quel successo, durante una serata a Sassuolo, dove si esibiva il Coro della Sat, il suo direttore Silvio Pedrotti presentò a Giancarlo Guitetti, e ai coristi del Monte Cusna presenti, il maestro Bruno Bettinelli, notissimo musicista e compositore del Conservatorio di Milano, che in quegli anni aveva armonizzato per la Sat alcuni canti di straordinaria sapienza compositiva. Da Bettinelli Pedrotti si fece promettere che avrebbe armonizzato alcuni dei pezzi che il Monte Cusna teneva in serbo. Fu così che, nell’autunno dello stesso anno, Bettinelli fece avere a Guidetti tre canti armonizzati. Era un dono straordinario.

            3.2. Seconda fase: l’identità (1984 – 1993)

Negli anni successivi. sull’onda di questa svolta il Coro Monte Cusna organizza, per la città di Reggio, la Rassegna Città del Tricolore a cadenza biennale. Purtroppo la rassegna ha vita breve, riducendosi, in questa prima fase, a tre sole edizioni (1987, 1989 e 1991).

Come risultato di questi sforzi organizzativi, il Coro è invitato, negli anni successivi, ad importanti rassegne corali di diverse città del nord Italia, a suggello di una considerazione e di una stima ormai consolidate presso il mondo corale italiano. Quanto alle esibizioni di questo periodo, fondamentale è la partecipazione, al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, alla rassegna “Aspetti del canto popolare”, promossa dal Coro Alpino Milanese (18 dicembre 1988). Davanti a quasi un migliaio di appassionati il Coro Monte Cusna presenta alcuni canti del repertorio della Sat, che una corrente innovativa, ormai prevalente nella coralità popolare, porta a non inserire più nelle esibizioni di tantissimi cori. Per molti appassionati è una felicissima riscoperta e il successo è impressionante, a testimonianza del fatto che la fedeltà al modello Sat continua a pagare, nonostante sia un percorso ormai quasi abbandonato. Sull’onda di questa straordinaria esperienza segue, oltre alle tante esibizioni pubbliche, la partecipazione ai Concorsi nazionali di Ivrea del maggio 1989 e di Genova del giugno 1990 (rispettivamente 4° e 3° posto). Un’esperienza del tutto particolare è, nello stesso periodo, la collaborazione con il cantante Luciano Ligabue (luglio 1991), per la canzone “Libera nos a malo”, in cui il Coro esegue a cappella l’ingresso e il ritornello, su melodia dello stesso Ligabue e armonizzazione di Franco Trapani (questa collaborazione con il famosissimo cantante rock correggese consentirà al Coro Monte Cusna di partecipare, il 10 settembre 2005, al primo storico concerto di Ligabue al Campovolo di Reggio Emilia, davanti ad oltre 200mila fans).

Ormai di Giancarlo Guidetti, e del suo modo di interpretare il canto popolare e di dirigere il coro, si parla come di un fenomeno del tutto nuovo: diventa famosa la sua gestualità (spesso sobria, essenziale, quasi inesistente, talora creativa, estrosa, esplosiva), il suo modo di dirigere non solo con le mani, ma con tutto il corpo (le mimiche facciali, i segni col capo, le alzate di spalla, gli accenni di piccoli passi di danza…), cui il coro risponde in simbiosi totale. Il timbro si fa più maschio e vigoroso, l’armonia dei reparti più compatta, il ritmo sempre preciso e incalzante… Gli appassionati, che ne conoscono a memoria il repertorio, sanno che ad ogni esibizione c’è sempre una sorpresa, una soluzione inattesa, talora una felice improvvisazione. Ma sempre nell’alveo della precisione musicale, dell’aderenza allo spartito, della piena sonorità corale.

            3.3. Terza fase: la maturità (1993-2008)

Una tappa importante, verso la piena maturità corale, è la partecipazione alla Rassegna Città di Bolzano, nella Kultur Hause della città, promossa dal Coro Laurino (23 ottobre 1993): ancora una volta la proposta del repertorio Sat ha un impatto straordinario, tanto più che il pubblico degli appassionati di questa città è tra i più competenti ed esigenti. Oltre ai concerti a Reggio Emilia (più volte nei prestigiosi Teatri Ariosto e Valli, negli anniversari decennali del Coro, nell’Adunata degli Alpini del maggio 1997 ecc.), vale la pena ricordare la partecipazione a diverse importanti rassegne corali (fra le altre: Monza 1995, Pavia 1996, Agliè 2000, Rovereto 2001, Vipiteno 2002…). Particolarmente significativa è stata la partecipazione alla festa in onore di Silvio Pedrotti nel suo 90° compleanno, al Castel Mareccio di Bolzano, il 29 giugno 1997, assieme al Coro Laurino di Bolzano e al Coro Cai di Bologna. Va ricordata anche la partecipazione al Concorso nazionale Cori di Ivrea, TO (20 giugno 1999), in cui il Coro Monte Cusna consegue un prestigiosissimo 2° posto. Nel frattempo Garavaldi lascia la presidenza del Coro a Cesare Grappi.

Dell’anno 2003 vanno segnalate l’incisione del primo CD e la festa del quarantennale, al Teatro Valli (25 ottobre), che, unitamente al conseguimento del 1° posto al Concorso Nazionale Corale di Brentonico, TN (20 giugno 2004), forse rappresentano l’apice della più che trentennale direzione corale di Giancarlo Guidetti, coadiuvato ormai da qualche anno, nella conduzione delle prove, da due coristi di particolare sensibilità e passione nel campo del canto popolare, Graziano Camminati e Alessandro Marzani.

Poi un improvviso ictus cerebrale porta Giancarlo ad una morte tanto rapida quanto inattesa (8 ottobre 2008).

  1. Gli anni della consapevolezza (dal 2008). Alessandro Marzani

La perdita del maestro rappresenta, per i coristi, un momento di grande responsabilità. A partire dalla scelta del successore di Guidetti. Fra i due collaboratori più stretti il coro sceglie Alessandro Marzani come colui che, per preparazione musicale e sensibilità corale, può meglio rappresentare non solo la continuità dell’identità acquisita ma soprattutto ulteriori percorsi di miglioramento. Su tre fronti si orienta fin dall’inizio l’attenzione del nuovo maestro: la continuità rispetto a Giancarlo Guidetti, di cui era amico strettissimo; un più sicuro metodo didattico, fatto di coerente cura delle voci e dei reparti; la precisione dell’intonazione, intesa non solo come aderenza stretta agli spartiti dall’inizio alla fine del canto, ma anche come consonanza delle voci, armonia e compattezza dei reparti, struttura armonica e morbidezza dell’insieme…

È questo il senso del percorso che il Coro ha intrapreso con lui e che sta conducendo con crescente consapevolezza in questi anni: un cammino intenso ma proficuo, con lusinghieri attestati di stima già alla prima uscita, al Conservatorio di Bolzano (15 novembre 2008), confermati nelle successive prestigiose esibizioni presso i Conservatori di Milano (28 novenbre 2009) e di Torino (9 dicembre 2012), nel Concerto del cinquantennale (Teatro Valli di Reggio Emilia, 18 maggio 2013) e in quello del Duomo di Savona (6 febbraio 2016), oltre che nella registrazione del secondo CD (2015). La conferma più autorevole della bontà del cammino intrapreso è stato il 2° posto conseguito al Concorso Nazionale Cori “Luigi Pigarelli” (Arco di Trento, 24-25 ottobre 2015), al termine di una competizione tra le più prestigiose per l’elevata qualità dei cori partecipanti: sulla esibizione del Coro Monte Cusna il giudizio della giuria, tra le più competenti nel campo del canto popolare, è stato particolarmente positivo, con specifici apprezzamenti per la direzione artistica.

Un discorso a parte va fatto per il concerto-recital intitolato “Voci e immagini della Grande Guerra”, allestito dal Coro in occasione del 100° della Prima Guerra Mondiale in collaborazione, per la parte documentaria, con il Circolo Culturale di San Pellegrino (RE). L’iniziativa, tesa a testimoniare, attraverso i canti degli alpini e della Grande Guerra, l’immane sofferenza del popolo italiano in quella grande tragedia e la totale contrarietà ad ogni guerra, ha un successo clamoroso. Avere proposto questo concerto in diverse repliche, negli anni 2014, 2015 e 2016, in città e provincia e anche fuori provincia, e specialmente agli studenti, è una testimonianza di alta sensibilità morale e civile e, per il Coro, un motivo di grande soddisfazione.

In chiusura, due parole sulla sede del Coro. Dopo i primi anni, in cui fu ospitato nel piano interrato del Teatro Municipale (non ancora Teatro Valli), sede per altro di grande dignità e prestigio, poi il Coro Monte Cusna è stato costretto ad essere ospite precario di ricoveri improvvisati e provvisori (ai quali per altro esso resta del tutto riconoscente): un appartamento in Via Ascheri in centro storico, l’Istituto Ciechi a Rivalta, una casa colonica a Gavassa, la parrocchia di Sant’Agostino in città, l’Oratorio don Bosco di Via Adua, la parrocchia di Villa Masone (dove la calorosa amicizia del parroco, don Ettore Maseroli, ha consentito al Coro una permanenza di oltre 25 anni) e infine il Circolo Anspi di San Pellegrino. Poi la svolta: da gennaio 2016 il Coro ha affittato una sua ampia sede stabile in Via Dal Verme, nella periferia nord della città, in cui si prefigge di mettere stabili radici.

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Questo è il punto in cui il Coro oggi si trova. Con una qualità riconosciuta, un prestigio conquistato, una sede adeguata. Ed ora anche con qualche nuovo corista, che si è aggiunto a dare ulteriore nerbo ai reparti. E con un’attenzione speciale ai giovani, verso i quali il Coro sta impostando una particolare attività di promozione, al fine di trasmettere soprattutto a loro la consapevolezza dell’alto valore culturale di questo ricchissimo patrimonio popolare e musicale, oltre che della sua forte valenza educativa, aggregativa e socializzante. Qualcosa sembra muoversi anche in questa direzione, a testimonianza di un fascino che il canto popolare continua ad esercitare, se proposto con elevata qualità corale e musicale.

È questa, per il Coro Monte Cusna, la strada per un futuro di ulteriore crescita.

(marzo 2016)

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