Pippo
… Lui al mattino si alzava prestissimo e veniva giù al Computer di fronte alla mia camera, e ogni tanto gli prendevano gli slanci di affetto e veniva in camera a darmi un bacino e la cosa buffa era che inciampava in scarpe e stivali da me lasciati ovunque.
Ogni tanto lo incontravo per caso al bar, prima di andare a lavorare e facevamo colazione insieme, oppure quando uscivo in macchina lo vedevo camminare sul marciapiede, e gli suonavo il clacson per salutarlo. Ogni tanto me lo trovavo davanti sulle scale che portano al piano di sopra, ma era talmente lento che lo scavalcavo perchè avevo fretta.
Gli raccontavo tutto, dalle cavolate alle cose serie e lui, benchè di poche parole sapeva dirmi le cose giuste, mi dava sicurezza, era un punto di riferimento per me.
Ricordo una sera, pochi mesi fa, che ero particolarmente triste e allora mi sono infilata sotto le coperte con lui e non so perchè gli ho detto: Ah tu non mi vuoi bene!!- così, tanto per fare un po’ la tragica e lui mi ha risposto una cosa bellissima che ricorderò per sempre: “ma come non ti voglio bene, darei la vita per voi!”
Ecco Pippo era così, a chi non lo conosce può apparire duro, freddo, a volte anche un po’ scortese, vista la sua naturale incapacità di pubbliche relazioni, convenevoli, e “buone false maniere”, ma in realtà aveva una sensibilità spiccata, era dolce, divertente, simpatico, ma soprattutto buono, altruista e generoso…E non lo dico, perchè è mio padre o perchè non c’è più, ma perchè è la verità. Lui era modesto, lui stava dalla parte dei deboli, lui amava le cose semplici, lui capiva i miei stati d’animo, senza nemmeno sapere cosa realmente stavo vivendo.
Era così il mio Pippo, era un papà diverso, per me era davvero, anzi è davvero speciale. E mi mancano da morire queste piccole cose, che quando le vivi le dai quasi per scontate, ma ora mi rendo conto di quanto siano importanti e sono felice di avere avuto la fortuna di vivermi mio padre così, che più che un padre era un amico sincero e meraviglioso.
E allora sono contenta se voi ne parlate e lo ricordate, io penso continuerò a parlarne per sempre. Ci vediamo al concerto di Natale
Un abbraccio e grazie
Cochi
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Trascorreva le sue giornate in casa, Pippo; non era avvezzo alla vita mondana, alle cene, alle feste. Amava la vita semplice, nella tranquillità della sua casa, con la sua famiglia e col suo cane che adorava. Lo vedevo leggere i classici della letteratura, ascoltare musica, per lo più corale o classica. Parlava poco, più che altro ascoltava, ma sapeva dirti le parole giuste al momento giusto. Egli aveva questa capacità di capire le situazioni, come se vedesse avanti, e io mi trovavo spesso a parlare con lui. Pippo era in grado di sdrammatizzare le cose che a me sembravano impossibili e mi dava la sicurezza per andare avanti. Per me era un punto di riferimento, lui c’era, sempre, a qualsiasi ora del giorno o della notte. Quante volte l’ho svegliato, ma il mio Pippo non si arrabbiava mai; prima di prendere qualsiasi decisione lo interpellavo e seguivo i suoi consigli che sempre si rivelavano essere quelli giusti. Nei momenti difficili, quando tutto sembrava dovesse andare storto, egli taceva, rifletteva e dopo qualche ora mi chiamava, chiudeva la porta e… risolveva la situazione.
Era diverso, aveva un carattere particolare, non era per niente pratico, le cose manuali non facevano per lui, Pippo era uomo di scienza e conoscenza, lui “sapeva” e allora per qualsiasi cosa io non perdevo tempo sui libri: il mio libro lo avevo in carne ed ossa!
Pippo era trasparente, non riusciva mai a fingere, a usare la diplomazia. Nel bene o nel male era sempre schietto e sempre diceva ci˜ che pensava; a volte era litigioso, ma sapeva farsi voler bene da tutti, era un “sincero”, un “giusto”. Non è mai stato un “padre padrone”, anzi, tutt’altro; ricordo che quando ero piccola era fissato con i congiuntivi e con l’educazione (per questo lo ringrazio). Poi, col tempo, è diventato un amico, un padre meraviglioso con cui potevo parlare di tutto.
Ricordo un pranzo al ristorante qualche anno fa: eravamo solo io e lui, siamo stati a tavola quasi due ore e abbiamo parlato e riso tanto, mi sono divertita un sacco e ricordo che l’ho visto contento. Non era cosa da lui, lui che era un perfezionista, un insoddisfatto per natura, lui che difficilmente lo vedevi gioire per qualcosa, ma quel giorno l’ho visto davvero felice.
Era divertente Pippo, era ironico, ogni tanto se ne usciva con qualche battuta o barzelletta, e allora morivi dal ridere, perchè usava il suo solito modo di parlare un po? goffo e impacciato. Ecco Pippo era così, a chi non lo conosceva bene poteva apparire duro, freddo, a volte anche un po’ scortese, vista la sua naturale incapacità di pubbliche relazioni, convenevoli, e “buone false maniere”, ma in realtà aveva una sensibilità spiccata, era dolce, modesto, simpatico, buono, altruista e generoso, ma soprattutto sapeva voler bene!
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Sabato pomeriggio sono andata al cimitero e mi sono commossa quando ho visto il distintivo del coro appiccicato sulla tomba di mio padre, era qualche giorno che insistevo con mia madre e mia sorella affinchè attaccassimo il logo sulla lapide definitiva e ora grazie a voi il distintivo farˆ sicuramente parte della lapide che è già in produzione.
Ringrazio tutti per la partecipazione al funerale e per la splendida corona su cui era scritto “IL TUO CORO”… Eravate davvero il “suo coro”, mio padre non aveva una gran vita sociale, da anni non andava in vacanza, a lui piaceva stare a casa sua a leggere, a trafficare sul PC, ma quando si trattava delle trasferte col coro, era sempre entusiasta di partire e io ero felice, perchè lo sapevo in buone mani.
Vi voleva bene mio padre, e lo sapete meglio di me. Al venerdì iniziava a prepararsi al pomeriggio per le prove: accendeva il computer “del coro” e sparava a tutto volume la musica delle canzoni che avreste provato la sera, poi lo vedevo partire insieme ad Alle col suo borsone che ho voluto lasciarvi, perchè sono sicura che lui avrebbe voluto così.
Ringrazio ancora il dottorino (Camminati) per essere venuto in quella sala rianimazione, lì ho capito quanto anche voi foste legati a mio padre, che sebbene il carattere un po’ difficile, sapeva farsi voler bene da tutti. E ricordo ancora le parole del dottorino :”Non potevo non vederlo, il tuo Pippo…Però era anche un po’ nostro!”
Vorrei ringraziarvi uno per uno , solo per il fatto di essere stati così presenti in quei giorni, per aver sofferto insieme a noi e per avermi fatto capire quanto era amato e stimato il mio Papà. Spero che non dimentichiate mai il vostro maestro, che voi stessi avete definito “geniale”, continuate a cantare, a provare , a parlare di lui e a pensare a lui, quando una canzone non riuscirà o quando porterete a casa qualche premio!
Grazie ancora di cuore.
Cochi